Usiamo carità per i nemici | maurizioblondet.it

da | 18/03/2024 | Controinformazione, Feeds | 0 commenti

Danilo Quinto

Quando Giuda si manifesta nel Getsemani, Nostro Signore contempla addolorato il tradimento dell’apostolo, che Gli dice «Ti saluto, o Maestro» (Mt 26, 49) e poi Lo bacia, dando il segnale concordato alla gente armata di bastoni e di spade. Il bacio viene accettato da Gesù, che gli rivolge queste parole: «Amico, a che sei venuto?» (Mt 26, 50).
Gesù usa delicatezza, carità, amore: chiama amico il Suo nemico, colui che Lo consegna ai Suoi carnefici. È il Suo estremo tentativo per indurre Giuda a recedere dal suo peccato. «Dio», commenta san Tommaso Moro in Gesù al Getsemani, l’ultima sua opera, scritta mentre si trovava in carcere, in attesa dell’esecuzione capitale, prima che gli venisse tolta la possibilità di scrivere «diede anche a Giuda molte opportunità di pentirsi. Non gli negò la propria amicizia. Non lo bandì dal collegio degli apostoli. Continuò ad affidargli la cassa pur sapendolo ladro. Nell’ultima Cena lo ammise nella cerchia dei più amati discepoli. Si degnò di chinarsi ai suoi piedi e di lavarli con le proprie … [continua a leggere ..]

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