Se la Meloni fosse fascista, rifarebbe l’IRI | maurizioblondet.it

da | 28/04/2024 | Controinformazione, Feeds | 0 commenti

Invece lascia svendere le ultime briciole di beni pubblici redditizi… quandi è antifascista,

Come privatizzare di fatto il SSN. Commenti irripetibili. https://t.co/IrnPtjAe6n
— Italian Politics (@ItalianPolitics) April 28, 2024

Lç’IRI
Con precisione e rimpianto descritto da questo ottimo economista:
Come l’Iri (Istituto per la Ricostruzione Industriale) ha cambiato l’Italia

Come l’Iri (Istituto per la Ricostruzione Industriale) ha cambiato l’Italia

Pubblichiamo il testo della relazione dell’economista Ugo Arrigo tenuta oggi al convegno dell’Università di Milano-Bicocca “L’intervento dello Stato e la crescita economica dell’Italia. Dall’Iri di Beneduce alla Net-Zero Industry”

22 Aprile 2024 15:04

Ascolta questo articolo ora…

 

Tra gli anni ’30 del novecento e sino a tutti gli anni ’90 l’IRI è stato il proprietario e gestore delle grandi imprese statali al di fuori del settore energetico, delle Ferrovie e delle Poste. In tale ruolo esso è stato anche il principale strumento diretto delle politiche pubbliche nell’industria. Con Eni ed Enel costituiva il più esteso Stato imprenditore al di fuori delle economie socialiste e al di fuori dello Stato imprenditore esistevano solo quattro grandi gruppi industriali privati di rilevanti dimensioni, un poker costituito da Fiat, Montedison, Pirelli e Olivetti.
Questi grandi gruppi, pubblici e privati, sommati all’universo delle medie e piccole imprese, hanno reso possibile il miracolo economico italiano del secondo dopoguerra e portato l’Italia al secondo posto tra i paesi manifatturieri dell’Europa, generando benessere diffuso per la prima volta nella storia della nazione. Il sogno avverato del boom economico si è tuttavia interrotto con le crisi petrolifere degli anni ’70 ma la crescita economica è proseguita, pur a velocità decrescente, per il resto del secolo. Nel 2000 l’IRI è stata posta in liquidazione e nel quarto di secolo trascorso da allora la crescita economica è complessivamente scomparsa dal nostro Paese.
Anche se l’Italia ha rapidamente recuperato la caduta reale prodotta dal covid, il Pil attuale è ancora inferiore in termini reali al massimo raggiunto nel primo trimestre del 2008, sedici anni fa. Qual è stato il ruolo dell’Iri nella crescita economica dell’Italia e perché abbiamo scelto di rinunciarvi?
Con l’IRI nasce la figura dello Stato come imprenditore di mercato
Prima dell’IRI erano già sorte nell’esperienza dello Stato Unitario aziende pubbliche ma esse rientravano in due tipologie differenti di intervento pubblico. La più antica, presente già nel Regno di Sardegna, è quello dello Stato autoproduttore: lo Stato organizza aziende per produrre ‘in house’ beni o servizi per sé stesso, siano essi armamenti, infrastrutture militari o civili (ponti, strade, acquedotti) o la semplice gestione degli immobili della Corona. I servizi postali e telegrafici, così come la Cassa Depositi e Prestiti e le Casse di risparmio postali, rientrano a pieno titolo in questo modello, sommando tuttavia la soddisfazione originaria di bisogni dello Stato con la soddisfazione crescente di bisogni dei cittadini.
Il secondo modello, che si sviluppa tra fine ‘800 e i primi decenni del ‘900, è quello dello Stato produttore di servizi pubblici essenziali a fianco o in sostituzione del mercato. Ne sono esempi a livello locale le iniziative dei grandi Comuni nel trasporto locale (servizi tramviari) e nell’estensione anche alle periferie delle reti elettriche, e a livello nazionale il passaggio dal regime delle concessioni ferroviarie alla gestione pubblica diretta con la costituzione delle Ferrovie dello Stato e, due decenni dopo, con la cost … [continua a leggere ..]

Puoi continuare la lettura di tutta la notizia nel sito dell’autore
Articolo apparso sul sito web maurizioblondet.it. Questo é solo un trailer dell’articolo originale. Tutti i diritti dell’articolo sono riservati al produttore.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *