
Libertà di espressione e trasparenza. Sono questi i due capisaldi su cui Elon Musk annunciò l’acquisto da 44 miliardi di dollari della piattaforma social Twitter. Una guida, quindi, che si sarebbe dovuta discostare rispetto a quella precedente di Jack Dorsey, anni in cui si arrivò all’esplicita censura dell’allora Presidente degli Stati Uniti in carica, Donald Trump. Ma l’esclusione del Tycoon dal social dell’uccellino sarebbe stata solo la punta dell’iceberg, l’apice del risultato di un sistema mascherato, composto da fact-checker pronti a selezionare capillarmente ciò che poteva essere detto, scritto, twittato.
Ebbene, poche ore fa, … [continua a leggere ..]
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