Latina, i Carabinieri eseguono una misura cautelare personale per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro
Facevano lavorare in nero gli immigrati Antonello e Renzo Lovato, rispettivamente figlio e padre, che nell’azienda del primo – una ditta individuale, gestita di fatto dal padre – impiegavano almeno sette braccianti in nero, tra cui la moglie di Satnam, Soni Soni. È questa, in estrema sintesi, il perno centrale delle nuove accuse che hanno portato al secondo arresto di Antonello Lovato (39 anni), da luglio in carcere e in attesa del processo per l’omicidio doloso di Satnam Singh, e del padre Renzo Lovato (64 anni), già indagato nella maxi indagine per caporalato denominata “Jamuna”. A firmare i nuovi arresti, uno dei quali notificato dai Carabinieri nel carcere di Frosinone dove è ristretto Lovato junior, è il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano.
Oggi, 23 gennaio, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Marina Marra, sono stati i militari della Compagnia Carabinieri di Latina, in collaborazione con personale del Nucleo Ispettorato del Lavoro Carabinieri del capoluogo pontino, a dare esecuzione all’ordinanza applicativa di misura cautelare personale nei confronti Antonello Lovato, legale rappresentante dell’azienda “Lovato Antonello” per cui lavorava la vittima Satman Singh, e il padre di questi, Renzo Lovato, amministratore di fatto della ditta individual … [continua a leggere ..]
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