Quasi ultimati i lavori di ammodernamento di alcune zone della stazione ferroviaria di Latina. Rifatte le banchine, aggiunto un sottopassaggio che sarà prossimamente aperto, aggiunta una zona coperta vicina al binario tronco e “dulcis in fundo” sono stati finalmente rifatti i bagni. Tutto bellissimo – oddio la copertura ultra moderna è un colpo al cuore per una stazione ferroviaria in pieno stile novecento – ma a “caval donato non si guarda in bocca” ed eccoci davanti ai nuovi bagni perché abbiamo il ‘bisogno’ di andarci. Entro e … oddio! Accesso ai servizi igienici sbarrato da due belle porte scorrevoli a vetro e sulla sinistra una bellissima macchinetta mangiasoldi..Non bastano i costi del biglietto e le maledizioni per i ritardi, ora anche i bagni a pagamento! Non c’è fine alla vessazione dei cittadini-viaggiatori. Preso dallo sconforto, ma ancora nella possibilità di resistere, cerco di mettere a fuoco la macchinetta che mi consentirà di accedere al tanto famigerato “imperatore” – come lo chiamava mia Zia, che ci ha lasciati alla veneranda età di 94 anni – e fare, infine, i miei bisogni. Trovo allora finalmente sul display blu acceso, l’indicazione del “quibus” da pagare. Che mi venga un colpo – dico tra me e me… – Un Euro! Ma sono matti? Ci troverò dentro anche una massaggiatrice cinese o un asciugamano di morbida spugna che esala vapore? La tavoletta e il water saranno igienizzati con fantasmagorici attrezzi elettronici e magari durante la mia performance la musichetta coprirà i miei infausti rumori in pieno stile giapponese? Il profumo nei dispenser sarà Chanel o Armani? Macché! Niente di tutto questo. Aggiungiamo squallore a squallore. Un euro a bisogno. Non importa cosa depositi. Vale il bisogno di un minuto o di dieci. Un euro se devi fare pi-pì o se stai per svenire e ti devi dare una rassettata e capire se devi chiamare l’ambulanza o puoi continuare il viaggio. Questo è il progresso? Questo è il prezzo della pulizia e del – finto – ordine? Sono al limite della zona rossa… apro lo zaino, cerco in fretta le monetine… mi casca lo zaino e il contenuto della tasca… ca….volo! Tutto a terra davanti ai bagni: proprio non doveva succedere. Raccolgo le ultime forze. Individuo il porta monete: ora spero ci siano le monete giuste altrimenti sarà default!! Apro ed è come una roulette russa… ma.. eccola!
C’è giusto un’euro: Dio esite! Ho la prova! Prendo la monetina, la faccio ingurgitare all’avida macchinetta. Si aprono le porte del Paradiso! La scorrevole fa il suo dovere. Niente intoppi. Mi sistemo lo zaino. Entro. Al mio cospetto l’Imperatore. Bello, bianco. Mi guarda. E’ pronto lì per me.Sono per un secondo felice e finalmente chiudo gli occhi mentre faccio i miei bisogni! Estasi. Tutto a posto. Scarico ordinario. Lo premo. Al lavandino tutto in ordine secondo l’italica disposizione delle toilette. Niente di speciale. Niente che valga un euro dei miei soldi o che mi desse una qualche pur minima soddisfazione di aver pagato molto più rispetto al dovuto. Niente asciugamano fumante, niente massaggio, niente musica, niente profumo. Niente di niente: mi ricordo allora di essere a Latina Scalo, a Latina, nel Lazio, in Italia. Esco fuori. Si chiude la porta dietro di me. Avanti un’altro signori, niente bagni di seconda classe. Ne esistono solo di terza ma a pagamento e come se fossero di prima classe. Vado via. Buona giornata.
0 commenti